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Storia
La Locanda dei Mai Intees prende il nome dall'antico sonetto in cui si narra di un gruppo di amici per la pelle che però non si capivano mai, in dialetto appunto "mai intees", e che solevano riunirsi proprio qui per discutere e far musica.
Ubicata in un grazioso centro medioevale che domina dall'alto il Lago di Varese con la splendida vista del Massiccio del Monte Rosa e delle Prealpi lombarde, originariamente la Locanda era un piccolo borgo medievale del Quattrocento, comprendente la piazzetta, la posta, la farmacia e un deposito di granaglie, riuniti poi in un'unica dimora di campagna dal farmacista del paese, avo degli attuali proprietari.
I discendenti di quinta generazione, la signora Carlotta Pomati e il figlio Paolo Crosta, l'hanno convertita in un incantevole albergo a quattro stelle fornito di tutti i comfort. Conservano il loro fascino originario anche la torre, il cortile con il pozzo e la veranda. La sala da pranzo spicca per gli originali affreschi del XV secolo, tornati alla luce con i lavori di restauro, e il camino cinquecentesco.
Sul lato esterno del muro di cinta esiste ancora la nicchia nella quale verso la fine dell'Ottocento venne collocato un antico affresco raffigurante una Madonna, come si legge in un documento del 1864:
"Onorevole Giunta Municipale di Azzate.
Il sottoscritto Antonio Belli, per incarico della Egr. Sig.ra Vedova del compianto Chimico Luigi Borsa, domanda a Codesta Onorevole Rappresentanza Comunale il permesso di collocare nel muro di cinta di proprietà Borsa in codesto abitato, e precisamente sull'angolo di detto muro prospiciente il Lago e la Strada omonima, una Madonna in affresco, stata tolta dall'antica Casa Borsa riformata, rinchiusa in un nicchia munita di rete metallica fissa, emergente da terra due metri circa e quale è rappresentata nello Schizzo qui contro delineato.
Pregando Codesta Onorevole Giunta a volerlo sollecitamente esaudire, urgendo il compimento dell'operazione, si professa con ossequio.
Devotissimo ed umilissimo prof. Antonio Belli."
Oggi la nicchia ospita una statua in ricordo dell'affresco ormai cancellato dal trascorrere del tempo.
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